
Bianca come la Porcellana: “La Cina tra luci e ombre”
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“Quando cammini non girare la testa; quando parli non aprire la bocca; quando siedi non muovere le ginocchia; quando sei in piedi non agitare le vesti; quando sei felice non ridere forte; quando sei arrabbiata non alzare la voce.”
Così si legge in un manuale cinese del XIX secolo. Oggi le donne cinesi non usano più fasciarsi i piedi, conoscono altri modi per affascinare gli uomini,senza sottostarvi.
L’Oriente è una tappa obbligata da fare, almeno da turista e almeno per la durata di un mese. Si intuisce subito che ciò che lo caratterizza è la necessità di trovare un ordine, un equilibrio tra essere umano e mondo.
“Tutto ha uno spirito e una vita propria, degna di rispetto.” Nella cultura Orientale la fisicità è da sempre considerata un elemento da integrare con la natura. Questa è una delle grandi differenze rispetto la cultura occidentale. Il corpo umano è in continuo mutamento alla ricerca di un equilibrio.
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Anche la femminilità ha una sua ragion d’essere. E non stiamo riducendo tutto alla solita discussione sull’ingiusta arte della “Geisha”. Il discorso è molto più ampio e diventa ambivalente. Se si va più a fondo si capisce come in realtà, in confronto con altri paesi in via di sviluppo, quella orientale, ma soprattutto cinese, è una condizione femminile che conquista le luci della ribalta.
La Cina presenta due volti, completamente opposti tra loro, come una sorta di medaglia: uno ricco, industrializzato, metropolitano, e un’altro povero, contadino e arretrato.
In tale contesto la donna lavora, guadagna,è una manager di successo che appare sulla scena politica, me c’è sempre una zona limite, una zona d’ombra oltre la quale non si può e non si deve andare. Il limite da non valicare ha un unico nome: “rispetto”. Ma quella orientale, ed in particolare, cinese, è una donna che non somiglia a nessun altra…eppure in quella pelle candida come la porcellana, quegli occhi pudici ma sicuri, quelle labbra rosse e quei capelli raccolti, ci si può trovare tutto il mondo. I loro copricapi, il loro modo di ornare il corpo, i colori così armoniosi e il loro modo di vivere nella spiritualità.
Ginco Collection di Khàrm design racconta i luoghi, i profumi, le atmosfere, il fascino ed il mistero di un mondo antico ma sempre moderno. Ma racconta anche un modo diverso di essere donna, di piacersi, di vivere la quotidianità. Un modo nuovo di affermarsi e di esistere nel mondo come se stesse e non come ombra di un uomo.
La scelta di prendere in esame il Gingko biloba non è ovviamente casuale: l’essere immortale fa di questa pianta il simbolo per eccellenza di eterna rinascita, evoluzione e rivoluzione.
Convivono qui estro ed eleganza, novità e ricercatezza, sofisticata sensualità e malizia, seduzione e femminilità. Leggerezza, sogno, seduzione.La freddezza del plexiglass e il calore delle pietre naturali di giada creano un mix eclettico.
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Carmela Barbato