SWALLOW: IL DESIGN DEI MONDI VIRTUALI
Diversità s. f. [dal lat. diversĭtas -atis]. – 1. L’esser diverso, non uguale né simile: d. d’aspetto, di colore; d. di opinioni, di gusti; d. biologica, lo stesso che biodiversità. Anche, ciò per cui due o più cose sono diverse: notare le d.; queste d. vanno scomparendo. 2. In filosofia, termine che indica la negazione dell’identità e che, soprattutto nella filosofia scolastica, è usato con riferimento a realtà di genere diverso. 3. La condizione di chi è, o considera sé stesso, o è considerato da altri, «diverso» manca una reale accettazione della diversità.
Nell’etimologia di tale termine risiedono le motivazioni per cui ho deciso di parlare di “lei” e di un “mondo parallelo”, in cui non vi sono regole e buoni costumi da rispettare se non i propri ideali e la propria immaginazione.
Uno sguardo intenso tendente al cupo. Capelli corti e neri. Passo veloce. Stile molto personale, ma accattivante. Una mente aperta e altamente creativa. Così ci siamo lasciate anni fa…quando nessuna delle due sapeva ancora quale fosse la sua strada. Passione ancora viva per la fotografia.
Oggi è una delle più famose Designer in second Life seconde “L’Homme Magazine SL”.
Ho avuto l’onore di conoscere e fare da modella all’attuale ideatrice di Swallow. Un giorno mi fa: “preparati che voglio fotografare le tue gambe!”
Pensare che quello fu poi motivo di una pesante discussione di fine anno accademico. Era il primo esame di Moda del nostro primo anno di triennale. Chi lo avrebbe detto che un giorno avrei scritto di lei. Così diametralmente opposte, oggi ci unisce un pensiero di fondo: “la diversita è interessante”.
Lucia Esposito, in arte Swallow Designer, oggi ha meravigliosi capelli sempre neri ma lunghi, un fascino da far paura…che per altro credo abbia sempre avuto, era solo nascosto ed è più di prima un “vulcano in eruzione”
Swallow Skin and Accessory Second Life è il concretizzarsi di qualcosa in cui pochi avrebbero avuto il coraggio di credere. Ma si sa, solo i coraggiosi osano.
A differenza del mio solito modo di scrivere, stavolta ho deciso di riportare l’intervista per intero.
1 Qual è la caratteristica che distingue il tuo lavoro?
“L’anarchia di pensiero, il rifiuto delle regole e l’essere anticonformista.
Ho lavorato precedentemente presso centri orafi e aziende di progettazione. Disegnare gioielli è sicuramente un processo creativo ma allo stesso tempo è fortemente razionale: misure, precisione, forme studiate al millesimo. Questo mi limitava fortemente; un giorno ho deciso di rischiare entrando in un mondo sconosciuto, fatto anche della tecnologia da cui ogni giorno non sai cosa aspettarti perché in continua evoluzione. Ma non mi definisco una persona “tecnologica”, se dovessi descrivermi con una metafora, direi di sentirmi come un poeta che scrive poesie senza conoscere la grammatica, sulla base del proprio istinto.”
2 Hai fatto della tua passione, il tuo lavoro. In che modo Lucia Esposito si fonde con Swallow?
“Swallow e Lucia non si fondono, sono due identità individuali che camminano su percorsi paralleli in due realtà diverse, che non potranno mai compenetrarsi.
La realtà virtuale può sembrare più forte di quella che ci circonda; quando sei nei metaversi ciò che sta intorno smette di esistere. Scompare l’infelicità della famiglia, il feroce litigio con il collega di lavoro, la sofferenza di un amore finito. Ti immergi totalmente nel personaggio che diventa lo specchio dell’“Io”, così come quando leggi un romanzo e ti cali nella storia, come quando guardi un film e ti senti parte integrante della storia, ma in questa seconda vita tutto viene vissuto in maniera più intensa e coinvolgente. In SecondLife non esiste la guerra, non si invecchia, non devi nutrirti per sopravvivere. Di conseguenza anche le mode e le tendenze del fashion sono diverse, ed entrare nel gusto e nell’ottica degli utenti non è facile se non vivi il gioco in qualche modo.”
Calarsi in una seconda vita, parallela e restare però sempre se stessi o forse sdoppiarsi. Infondo non è facile coltivare quotidianamente tutte le sfumature della propria personalità. Si tratta di togliere il freno a mano e lasciare libera la fantasia, senza condizioni e limiti.
3 Da dove nasce Swallow?
“Entrai in SecondLife per la prima volta nel 2008 grazie ad un docente universitario che stava organizzando sulla piattaforma un contest di bellezza di modelle virtuali. Restai folgorata .Erano tutti gentili, simpatici, disponibili. Non riuscivo a capire come fosse possibile che quei “pupazzi” parlassero e ridessero. In meno tempo di quanto pensassi, quelle stranezze divennero la mia normalità. Incontravo persone e ne restavo affascinata ogni volta. Con molte di loro ho vissuto esperienze uniche nella vita reale, dopo averle conosciute di persona e ancora oggi fanno parte della mia quotidianità, viaggiamo insieme e condividiamo esperienze come concerti, vacanze e altro. Conobbi una persona che da subito ha iniziato a spronarmi e lanciarmi sfide continue e oggi fa parte di Swallow. Ha creduto così tanto in me che alla fine ho finito per crederci anche io.”
4 Il tuo design, più di qualunque altro, è uno modo di vivere. I soggetti stessi sembrano venire dal “profondo”.
“Essere designer in un metaverso permette alla propria creatività di superare i limiti dell’immaginazione di andare oltre e concederti di più sotto il punto di vista artistico. In un mondo “inventato” tutto è lecito e tutti sono portati ad azzardare ed osare negli stili, perché non sarai giudicato.”
5 Il tuo è un modo contemporaneo, nuovo ma assolutamente personale di approcciare al design, al jewelry. Una Rivoluzionaria che ha scommesso e creduto in un progetto inedito. Perché hai scelto “Secondlife”?
“SecondLife nasce nel 2003.
Nel 2008 entrai per la prima volta in questo mondo ma capii subito il suo potenziale. Aver vissuto in quel gioco con spensieratezza e senza secondi fini nella fase iniziale, mi ha permesso di entrare nella “mentalità” degli utenti senza dovermi sforzare.
Per caso, Inizia a lavorare nella progettazione 3d di gioielli nei centri orafi, e la sera tornavo e mi svagavo su Secondlife ma ogni volta che creavo un outfit al mio personaggio nulla mi soddisfaceva e iniziai a importare i miei 3d per abbellire il mio avatar e decisi di iniziare a venderli. Dopo un paio di anni vidi che con la metà degli sforzi guadagnavo di più e centinaia di personaggi indossavano le mie creazioni, anche se virtuali, così decidi di dedicarmi completamente a questo nuovo mondo. Spesso mi domandano se per me vedere le mie creazioni indossate in un mondo intangibile sia gratificante; rispondo sempre con una citazione:
“Non importa se il mondo in cui ci troviamo sia virtuale o reale. Reale è ciò che esiste nella mente.”
(Second Life, la guida ufficiale, Il volume in vendita con Repubblica e l’Espresso a giugno del 2007)
6 Quali esperienze personali e lavorative ti hanno fatto approdare al tuo “Porto”?
“Le idee sono le uniche esperienze che io tratto.”
7 Lucia Esposito nasce da sola, si è creata da sola. Cosa consiglieresti ai “Designer di nuova generazione”?
“Ai designer di nuova generazione consiglio di studiare. Approfondire sempre di più le proprie conoscenze nel proprio ambito ma anche in altri. Consiglio di esplorare nuovi luoghi, andare al cinema, leggere libri, recarsi ai musei, ai concerti, alle serate trash in discoteca, osservare tutto ciò che ci circonda, perché tutto può essere motivo di stimolo creativo e di spunto. Essere curiosi è il vero segreto.
La generazione del web 3.0 è molto fortunata, perché ha questo mezzo potentissimo che è internet, dove tutti siamo esposti in una vetrina; oggigiorno purtroppo chi non fa parte dei social, sembra come non esistere.”
E con questa frase che spiega chiaramente le dinamiche della nuova generazione concludo un’intervista che per certi versi mi ha condotto alla scoperta di nuovi punti di vista e inevitabilmente a pormi determinate domande, su quanto forse la nostra realtà, quella tangibile, sia limitata e giudicante. Io credo che oggi, il compito di un Designer sia anche e soprattutto questo: fare da traino ad un nuovo modo di pensare e di vivere, dove la libertà rispetto a determinati ambiti, non abbia condizioni. Mi fermo qui, poiché si aprirebbe un discorso molto importante, complesso e ben più ampio.
Concludo dicendo che è stato un enorme piacere parlare di una giovane donna coraggiosa, caparbia, creativa e rivoluzionaria. Mi arricchiscono sempre le Donne.
Carmela Barbato