Kuturi e il ritorno alle origini: “Oxidium oltre l’icona” al PAN
Oltre qualsiasi aspettativa, Salvatore Cuturi, in arte kuturi, con la sua prima mostra “Oxidium oltre l’icona” sbaraglia le porte del PAN. È l’8 Luglio e sono le 18:30. Il palazzo napoletano brulica di persone: curiosi, amici, parenti e racchiude nella sua atmosfera di fermento un po di Napoli e un po’ di Milano. L’artista, di origini partenopee, lavora da ben 35 anni a Milano, dove peraltro vive.
La mostra curata dal professor Andrea B. del Guercio, docente dell’Accademia di Brera, accoglie tra le altre personalità di spicco, l’amato artista Enzo Avitabile.
Vi chiederete cosa c’entra con KUTURI. Oltre ad essere seduto proprio accanto a lui, è la sua “musa ispiratrice”, o meglio sono le sue canzoni, la sua musica ad accompagnare l’artista nella creazione di tutte le sue opere. Quella di KUTURI è arte religiosa, i suoi progetti esposti si snodano tra icone sacre, installazioni e sculture ove protagonista è la trasformazione della materia: ossidazione di metalli preziosi con l’ausilio di reagenti chimici, tra cui la birra. La sua tela pittorica è la tavola, la tavolozza colori le reazioni chimiche.
Sono opere di pura emozione. Traspare ricerca, studio, sperimentazione della materia .
Lui è pura emozione. Io ho l’onore di osservarlo da un posticino in terza fila.
La mia è una posizione privilegiata, una prospettiva “umana”. Mi piace definirla così, perché da qui, tra tanti volti, riesco a scorgere l’emozione dal suo viso, dagli occhi. Lo sguardo è fiero, timido e genuino. La voce affermativa, ma umile, alla nostra portata, perché come lui stesso afferma “L’Arte deve essere alla portata di tutti”.
La Croce, il polittico, la tomba. Opere di grande impatto visivo – emotivo. Tre icone della liturgia cristiana, corrispondenti a vita, morte e resurrezione, sono completamente reinterpretate, conservando la loro sacra spiritualità. C’è un grande lavoro di decontestualizzazione, dove ogni simbolo assolutamente riconoscibile diventa altro, spogliato dei suoi panni e lasciato al suo stato puro, ossidando e cicatrizzando.
Dietro quelle che sono sperimentazioni materiali, c’è qualcosa di più profondo. E a proposito della cicatrizzazione, Kuturi dice qualcosa di assolutamente vero che ha aperto e aprirà a voi la mente a tante riflessioni, con cui voglio concludere:
“ Gli uomini mostrano con onore le loro cicatrici, come fossero medaglie. Le donne nascondono il segno del parto e le smagliature. Dovrebbero invece mostrarle al mondo con onore, perché sono cicatrici di vita.”
Carmela Barbato