Il Corallo, Torre del Greco e una storia lunga una vita
Il Museo del Corallo di Torre del Greco, sito all’interno e proprietà dell’Istituto d’Arte Francesco Degni, rappresenta un punto di riferimento per i giovani torresi che, hanno il desiderio di portare avanti la tradizione e la cultura del corallo e dell’oreficeria tipici di Torre del Greco.
La reazione a caldo è “WAU”. Ed è un’esclamazione che nasce dal vedere che oltre al museo vero e proprio, sono presenti, durante l’intero percorso interno per giungervi, vetrine pregiate ed antiche, contenenti opere , di cui per la maggiore sono gioielli, oggetti di oreficeria ed in corallo, che in qualche modo arricchiscono e preparano al piccolo, ma intenso tesoro nascosto all’interno del Museo.
Accompagnata dalla presenza casuale e fortunata di due miei ex docenti Universitari (Prof. Liberti Roberto e Prof. Arch. Maria Dolores Morelli del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”) e da almeno 5 Giovani guide, nonché studenti prodigi e preparatissimi dell’Istituto.
Inizia così e finalmente tra stupore e curiosità la visita.
Due pregiati campioni di corallo: uno di Torre del Greco e l’altro del Giappone. Pescato da uomini sapienti nelle modalità antiche e secondo le vigenti leggi, il corallo, che magnificamente nasce dalla laboriosa costruzione di “piccoli polipi”, diviene per eccellenza e maestria artigianale Gioiello, cammeo, statua, oggetto sacro, portagioie.
Inestimabili Cammei di conchiglia, dai due semplici strati di colore opposto, ai 7 strati. Statue in Corallo che sfuma dal bianco al rosso intenso. Ornamenti per il capo, preziosi gioielli dal design ricercato, scultorei, architettonici, imponenti e meravigliosi.
Portagioie intarsiate in Madreperla e Corallo di alto valore, elementi e oggetti religiosi.
Il tutto accompagnato da approfondite spiegazioni ed una visita eccezionale ai laboratori.
Si respira un’aria “storica”, quasi eterea, di un luogo che conserva intatta un’artigianalità che ancora oggi vive e si rinnova in un infinito ciclo, per trasmettersi di generazione in generazione.
Carmela Barbato