Il Bijou come Lifestyle
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“Noi spalancheremo le porte degli Atelier di moda alla carta, al cartone, al vetro, alla stagnola, all’alluminio, alle maioliche, al caucciù, alla pelle di pesce, alla tela da imballaggio, alla stoppa, alla canapa, ai gas, alle piante fresche e agli esseri viventi. Ogni donna sarà la sintesi ambulante dell’Universo” (Volt [Vincenzo Fani] 1920) Bianca Cappello “Storia della bigiotteria Italiana”
Dai più è chiamato “Jewelry”. Nato come sterile imitazione dei Capolavori di Gioielleria, il Bijou oggi conquista la ribalta.
Metallo, plastiche, resine, legno, sete, tessuti, vetro, cristalli, pietre dure: che si tratti di materiali preziosi o meno, il Bijou brilla di luce propria. Un fascino che affonda le radici nella preistoria, quando l’uomo e la donna vivevano della semplicità che la natura offriva e già sentivano il bisogno e il desiderio di ornare il proprio corpo con qualcosa, che nel tempo è divenuto simbolo di appartenenza.
Il Bijou, a differenza del gioiello, non esprime uno status sociale, il suo è un valore intrinseco da ricercarsi in un discorso più ampio, che abbraccia non solo l’ambito della moda, ma il concreto concetto di Lifestyle.
Grandi Couturier hanno creato Bijou unici, dei veri e propri capolavori, dando un Prestigio inestimale a quella che oggi è definita una vera e propria Arte. Basti pensare ai fili di Perle finte di Chanel: un pezzo di storia, un pezzo di vita, la finestra su un nuovo modo di vivere e di essere della Donna nela Società e nelle mura di casa.
Quella del Bijou è una Preziosità derivante dalla creatività, dalla continua sperimentazione da parte di Designers che in modo del tutto innovativo e irriverente vogliono dire qualcosa al mondo usando un linguaggio nuovo e libero. Il Corpo è quanto di più espressivo possa esserci, di conseguenza tutto ciò che lo riguarda, lo riveste, lo esalta, lo orna è un messaggio, l’espressione di un cambiamento.
Il bijou, in quanto “Gioiello democratico” è quanto di più interpretativo della Quotidianità della Donna e dell’uomo. Eppure non tutti sarebbero d’ accordo con quanto detto finora. Come può un oggetto in resina essere considerato un’opera d’arte ed avere un valore maggiore rispetto ad un gioiello?
La realtà è che pur essendo due mondi diametralmente opposti,sono l’uno la contaminazione dell’altro.Negli anni si sono susseguite vere e proprie aste per Collezionisti. Starete pensando…”Chi mai li collezionerebbe?”
Ebbene sì. Provate a ricordare i vostri bijou, quelli colorati e frizzanti che tanto avete amato indossare, ma di cui, ignare del grande valore, vi siete disfatte. Si tratta di Storia. Una storia anche italiana. Ne parla ampiamente e squisitamente Bianca Capello in “Storia della Bigiotteria Italiana” edito da SKIRA. Indispensabile da leggere per tutti gli appassionati e coloro che vogliono avvicinarsi all’arte del Bijou.
E ricordate: “l’ Innovazione parte sempre dalla Storia.”
Carmela Barbato