ELISA LANNA: UNA PREZIOSA AWAKENER
”La collana di Elisa Lanna potrebbe appartenere alla dea egizia Iside, indossata con due stili di vita differenti, dove l’antico e il moderno entrano in simbiosi, divenendo ornamento che accomuna il piacere di mostrare e di mostrarsi. Un gioiello che crea un forte legame tra la donna e l’arte, sperimentazione ardita che si impone a pieno regime come dimostrazione scultorea nel senso più pieno.”
Così esordisce la poetessa Maria De Michele, in una recensione nei confronti di una delle opere primogenita di Elisa Lanna,(colei di cui racconterò oggi) realizzata per l’evento dell’8 marzo “Scarti d’autore”.
Ciò che arricchisce tale intervista è l’aver parlato con lei precisamente dopo averle inoltrato tramite e-mail le domande. Ci siamo conosciute alcuni anni prima, ma credo sia stato davanti a quel caffè, in una calda mattina di agosto, che davvero ci siamo “incontrate”.
I riccioli prorompenti e rossi la dicono lunga su di lei. Sono le stesse onde di plastica con cui Elisa inizia questo emozionante viaggio tra i materiali di scarto e che in una prima fase della sua vita artistica diventano bellissimi quadri.
Laureata in architettura, inizia la sua avventura nel 2011, quando i famosi riccioli, ricavati dai laterali delle lattine incontrano dei deflussori veterinari di scarto. Nascono così i primi gioielli, che però Elisa decide di tenere per sé.
“Non avevo il coraggio di mostrarli al mondo.”
Finchè nel 2012 finalmente apre la pagina facebook e il gioco è fatto
Elisa Lanna, artista e donna, che dialogo c’è fra le due parti?
“A me non piace definirmi artista, ma “creatrice” di gioielli o ancora meglio “awakener”, che in inglese vuol dire “colei che risveglia”, in un certo senso, le coscienze. La spinta forte a creare, utilizzando materiali di recupero, nasce proprio dalla mia forte sensibilità per le tematiche ambientali, e dunque nasce questo mio progetto artistico proprio basato sull’idea di diffondere la pratica del riciclo e del riuso per affermare a gran voce che può esistere uno stile di vita diverso: non più inseguire le mode, che ci portano a sostituire sempre più frettolosamente gli oggetti, ma pensare e sperare in una società che usi, riusi e ricrei.
Da questo progetto nasce “Gioielisa”, una collezione di bijoux, tutti pezzi unici, interamente realizzati a man o con materiali di recupero. Questi monili non seguono le mode, ma un percorso etico ed ecologico, guidato dal gusto creativo, dal gioco dell’immaginazione e dall’inventiva. Monili dove (come dice il grande Dalisi) “il concetto di valore rifuge dalla preziosità del materiale”.
Per quanto riguarda la donna Elisa, è stato ad un certo punti della mia vita (dopo aver cresciuto due splendide fanciulle) che ho sentito forte un desiderio di reinventarmi per reagire a momenti difficili.”
Elisa, non lavora semplicemente con gli scarti. La sua arte( lei non sarà d’accordo con questa definizione, ma per me lo è) prevede un lungo lavoro di catalogazione, dove i materiali vanni divisi e studiati, per colore, forma e possibile utilizzo.
“Lo scarto viene studiato affinchè sia altro. Non voglio che esso sia riconoscibile.”
In effetti, quando alcuni anni fa, l’ho conosciuta ed ho avuto il piacere di ammirare per la prima volta il suo lavoro, devo ammettere che con immenso stupore non avrei mai pensato si trattasse di fondi di lattine o PET.
Ecco , questa è una delle sue capacità che ammiro molto: riuscire a ridare nuova vita a qualcosa che per altri è morto e riuscirlo a fare rendendolo “prezioso”.
Quali storie raccontano le tue creazioni e in che modo dialogano con la contemporaneità?
“Le mie creazioni innanzitutto nascono da un progetto creativo dove una lavorazione artigianale si accompagna ad idee che sostengono e cercano di diffondere una nuova estetica del gioiello contemporaneo, un gioiello “non prezioso” ma realizzato con materiali poveri, di recupero: dunque un operazione che mette insieme creatività e attenzione per l’ambiente.
Le storie raccontate sono tante, si va da creazioni-denuncia, come la “Terra dei Fuochi”, “Come Pesci Fuor d’Acqua” sul tema dell’inquinamento dei mari, e “Linfa Vitale” sul tema della deforestazione, al pendente “Agitare Prima dell’Uso”, riproduzione surreale della teca di San Gennaro, e “Attraverso gli Occhi dei Bambini”, creazione che invita a viaggiare con la mente in mondi fantastici, in mondi ancora possibili, recuperando pezzi della propria infanzia.
Ma prima di ogni altro argomento le mie creazioni lanciano un messaggio alla nostra società, cioè che oggi più che mai bisogna adottare uno stile di vita eco-sostenibile, promuovendo una moda prima di tutto “etica” che utilizzi materiali naturali e/o di riciclo.”
Un progetto creativo il suo da prendere come punto di riferimento etico. Un messaggio importante, chiaro e d’impatto dal quale non si fugge.
Elisa Lanna, il design e Napoli, un rapporto a tre molto interessante…
“ Il discorso sul design è abbastanza complesso, come ho detto prima non mi definirei una designer, nel senso tradizionale del termine, ma un “awakener”. Oggi ritegno che troppi si definiscono designer svuotando anche il termine del suo significato. Piuttosto potremmo dire che se negli anni ’90 si è assistito ai grandi successi delle firme dove il designer era un eroe che faceva tutto da solo contro tutti, e se negli anni 2000 invece abbiamo assistito a design più accessibili alla portata di tutte le tasche (vedi IKEA), gli anni ’10 di questo millennio si aprono all’insegna della personalizzazione, del “fatto su misura”, dove il consumatore è messo nella condizione di immettere contenuti: dunque un design democratico fatto per ciascuno, non solo per tutti. Questa evoluzione ,però, del termine design non deve autorizzarci ad affermare che allora “tutti sono designer”, perché oggi stiamo assistendo ad una perdita di importanza di carattere dell’oggetto, nascono oggetti che hanno la popolarità di pochi mesi, fanno il giro della rete per poi venire archiviati.
Napoli sicuramente è fonte di ispirazione per tantissimi artisti e tante sono le realtà giovani che cercando di affermare la loro diversità rispetto ad una produzione di oggetti fatti in serie ed anonimi. Io stessa ho realizzato, per una mostra su San Gennaro, un pendente che riproponeva la teca di San Gennaro ma rivisitata in chiave surreale; dunque Napoli, con la sua cultura, con la sua letteratura, arte, ma anche usi e credenze, la sua religione e le sue tradizioni, è fonte di ispirazione per tutti noi.”
Bene è con la nostra bella Napoli che voglio concludere. Città che porto sempre nel cuore, Continua musa ispiratrice per me e le mie creazioni: per la sua bellezza, le sue contraddizioni e tutte le cose che ancora non funzionano. Ma io credo si possa fare tanto. E la nostra Elisa Lanna, con il suo lavoro, lo dimostra tutti i giorni.
Carmela Barbato