L’Arte come fruizione comune: Carlo Capone
Di origini napoletane, si forma ad Aversa, dove attualmente lavora e vive. Fondatore e Caporedattore dal 2010 di EXPOART, rivista Internazionale di Arte, Cultura e Stile di Vita. Lui la definisce “Una sfida contro le caste del settore che hanno costruito dei muri inaccessibili ad artisti emergenti, che non avrebbero la possibilità e talvolta il coraggio di uscire dall’anonimato”.
Un progetto ambizioso quanto meritevole.
L’Atelier di Carlo Capone è un piccolo mondo meraviglioso, uno scrigno dove è un privilegio accedervi.
L’atmosfera è calda, il profumo dei colori, intorno tante tele che parlano, bisbigliano tra loro e ridacchiano : “Ecco un’altra che vuol capire e vuol sapere, non siamo abbastanza evidenti”?
Beh sono evidenti, d’impatto. Leggere e vigorose al tempo stesso. Carlo Capone ha uno stile del tutto originale in cui la tela non è più supporto, ma protagonista. Dal colore si passa ad una volumetria materica e l’opera d’arte si veste di un nuovo linguaggio.
Come lui stesso afferma : “ Quella che può sembrare una pittura di getto, in realtà è la risultanza di anni di studi classici, dallo studio della figura a quello delle proporzioni”.
Nulla è lasciato al caso nelle sue composizioni , tutto contribuisce al messaggio finale.
Il suo è un Ritorno alle Origini, assolutamente attualizzante, una fonte di confronto verso un passato che continua ad essere presupposto per il futuro. Pagine di giornali storici, soggetti e personaggi della nostra cultura e della nostra storia.
Tutto realizzato con caffè, china e acquerelli. Una fattura inusuale e complessa quanto pregiata per un messaggio assolutamente semplice e riconoscibile. L’arte come fruizione comune. Un concetto ribadito con forza da Carlo : “Con la loro realizzazione credo di offrire a tutti, in special modo alle nuove generazioni, l’opportunità di riscoprire personaggi, cose ed usi del passato”.
Ricorrente è anche la figura femminile. I suoi volti sembrano guardarsi allo specchio.
Ma più che di pura figurazione, parliamo di bellezza:
“Nella maggior parte delle mie opere preferisco rappresentare la bellezza femminile, che a mio avviso è l’Opera perfetta. Il connubio tra forma e sensualità.”
Eroi del mondo animato, icone della musica, auto d’epoca, la vespa, la Cinqucento, Adriano Celentano, Lupin, Woody Allen, Marilyn Monroe. “L’amore dei personaggi rappresentati è pari a quello che io provo per l’Arte. Un amore contrastato e talvolta non corrisposto.” Così conclude l’Artista.
Un ‘Amore che se puro, come in questo caso, porta crescita personale e arricchimento generazionale.
Carmela Barbato